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Collezione Clark a Milano fino al 19 giugno 2011

16-05-2011

Collezione Clark a Milano fino al 19 giugno 2011

COLLEZIONE CLARK – 1910, Parigi. Immaginatevi un ricco, veramente ricco (è il nipote di uno dei proprietari della Singer) e avventuroso americano che arriva in città. È riservato, non ama la vita pubblica, preferisce cucinare personalmente per gli amici e bere vino eccellente.

 

Una sera a un incontro di poesia incontra Francine, un’attrice della Comédie Française. È amore. Prima di sposarsi aspettano ben otto anni, ma da subito scoprono di avere una passione comune: l’arte. È probabilmente Francine che introduce Edward Clark agli Impressionisti.

 

1916, primo acquisto di questo artista: Ragazza con l’uncinetto. Inizia così la passione che li porterà ad accumulare numerosissimi quadri della corrente Impressionista: Monet, Degas, Manet, Renoir, Morisot, Sisley e Pissarro. Spazieranno oltre, da Corot, Millet, Rousseau, Bouguereau, Gérôme, fino ad arrivare a Bonnard, Gauguin e Toulouse-Lautrec, per illustrare ciò che c’era prima e quello che è arrivato dopo l’Impressionismo.

 

Nel 1955 apriranno un museo, lo Sterling and Francine Clark Art Institute nel Massachusetts. È qui che comincia il nostro percorso. La mostra (attualmente a Palazzo Reale a Milano fino al 19 giugno 2011), dopo un’accurata introduzione storica sul periodo, ci trasporta all’interno del Museo Clark. Si passa attraverso due grandi finestre che danno sugli aceri rossi del parco nel New England, per entrare nelle stanze che riproducono la dimensione di una casa borghese dell’Ottocento, proprio come è oggi il Museo.

 

È la luce che fa da padrona, che irrompe sulla scena, che altera gli equilibri precostituiti; non esiste più il nero, le ombre sono macchie di colore di gradazione diversa. Avvicinatevi ai quadri e poi allontanatevi pian piano, vi renderete conto della precisione certosina dell’effetto ottico nella resa di uno stagno o di un campo di fiori da lontano. Da vicino tutto è macchia imprecisa e indistinta.

 

Passeggiate per le sale e gustatevi l’impressione che i vari quadri lasciano sulla vostra pelle: la luce chiara di Renoir, gli effetti dell’acqua nei vasi, negli stagni e sulle strade di campagna, il sole che fa parlare gli elementi della natura, la dolcezza di certi volti, la vita domestica nelle case, l’effervescente vita parigina… Altro aspetto che viene messo in luce dalla mostra, attraverso i bei pannelli che descrivono la vita dei pittori, sono i forti legami di amicizia che esistevano tra questi straordinari artisti. Il centro della produzione è certamente Parigi, (bellissima la ricostruzione di un pezzo della città con filmati del periodo della Belle-Époque, fermata della metropolitana, lampioni e panchine su cui sedersi), ma appena dieci kilometri fuori dalla città gli Impressionisti si riuniscono ad Argenteuil, passano del tempo insieme, rappresentano le stesse vedute en plein air. Insomma, sono amici.

 

La visita si conclude con un invito ad andare in America per visitare questo bel Museo. La collezione girerà in molti altri paesi del mondo prima di tornare a casa. È come se un invito domestico, un po’ riservato da un lontano angolo del New England ci suggerisse di gustarci la semplicità e la bellezza della vita.

Francesca Numerati

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