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Referendum 12 e 13 giugno: i quesiti approfonditi scheda per scheda

05-06-2011

Referendum 12 e 13 giugno: i quesiti approfonditi scheda per scheda

A meno di una settimana dal referendum abrogativo del 12-13 Giugno, è giunta l’ora di chiarire e approfondire i quesiti che ci verranno sottoposti, analizzando i pro e i contro di ciò a cui siamo chiamati a decidere. Il futuro è in mano al popolo sovrano ed è giusto che ci sia un’informazione adeguata.

 

PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA

Quesito uno: scheda rossa.

Il quesito si riferisce all’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008 ‘Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica’. Questo quesito, erroneamente definito come “privatizzazione dell’acqua” riguarderebbe, in realtà, la possibilità di cedere ai privati la gestione dei servizi legati a questa risorsa (es. acquedotti).

 

Generalmente, la gestione privata è considerata più efficiente di quella pubblica, in quanto si ritiene che in un mercato concorrenziale le aziende private competano per offrire la maggior qualità al minor prezzo. Questo è ciò che comunemente avviene in un settore perfettamente concorrenziale. Per il settore idrico è però difficile creare un mercato di questo tipo.

 

Quindi non ci sarebbe nessun motivo per cui la privatizzazione sarebbe preferibile ad una gestione pubblica. La privatizzazione porterebbe infatti ad un monopolio, sicuramente  meno vantaggioso per il consumatore. Non si tratta di una svendita di questo fondamentale bene pubblico a dei privati. Le società pubbliche municipalizzate sarebbero chiamate a ricercare dei partner privati ritenuti adatti per la gestione concomitante del servizio idrico. Sarebbe dunque prevista la nascita di enti a capitale misto pubblico e privato (a cui verrà assegnato l’appalto in seguito ad una gara pubblica). Teoricamente, l’affidamento ai privati consentirebbe allo Stato di ridurre i costi, grazie agli investimenti dei privati volti al miglioramento del servizio. Ovviamente la società privata, dovendo, inizialmente, sostenere dei costi non indifferenti, sarebbe costretta ad aumentare le tariffe. Secondo molti analisti nel lungo periodo questi costi si ridurebbero, facendo, cosi, scendere i prezzi. Si tratta ad ogni modo ipotesi meramente teoriche.

 

È importante sapere che attualmente i privati già partecipano alla gestione delle risorse, anche se secondo regole poco chiare, stabilite dagli enti locali stessi. Il Governo ha deciso quindi di regolarizzare queste procedure, imponendo l’obbligo di bandi pubblici, a cui potranno partecipare anche gli enti pubblici. Il privato avrebbe più interesse nel gestire il bene riducendo gli sprechi, al contrario del settore pubblico e, se è vero che avremo un aumento delle tariffe sulla risorsa idrica, dovremo, d’altro canto, aspettarci una riduzione delle tasse statali sul bene, ricordando che nemmeno oggi l’acqua è gratis. Quindi, secondo il Governo, non ci sarebbero grandi cambiamenti rispetto a ciò che avviene oggi, ma solo una maggiore trasparenza.

 

PROFITTI SULL’ACQUA
Quesito due – Scheda gialla.
Propone l’abrogazione di una parte dell’art.154 del Decreto Legislativo n. 152/2006.
Si tratta di una norma che stabilisce che la tariffa per l’erogazione dell’acqua venga calcolata prevedendo una remunerazione per il capitale investito dal gestore, fino a un massimo del 7 per cento. Le tariffe vengono decise dagli ATO (ambito territoriale ottimale), ovvero le autorità territoriali.
E’ importante ricordare che la legge, seppure non fissando un tetto minimo per le tariffe,  stabilirebbe il tetto massimo.

 

NUCLEARE
Quesito tre – Scheda grigia.
Dopo lo stop alle centrali nucleari deciso nel decreto legge Omnibus e il trasferimento del quesito referendario sulla nuova norma votata nel decreto legge, il titolo è ‘Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare‘. Questo quesito riguarda semplicemente l’abrogazione delle nuove norme che prevedono l’introduzione di centrali nucleari sul territorio italiano. Ci sono due chiavi interpretative principali riguardanti questa questione: quella economica e quella salutistica.

 

Economicamente, i vantaggi portati dal nucleare non sarebbero indifferenti. L’Italia attualmente importa energia nucleare da altri paesi, pagandola inevitabilmente il doppio dei produttori. Inoltre, la creazione di centrali nucleari ridurrebbe la dipendenza dal petrolio, dando cosi maggior stabilità all’economia nazionale.
E’ importante aggiungere che il petrolio importato proviene, soprattutto, dalla zona mediorientale, altamente instabile.

 

Sotto il punto di vista della salute, fondamentale per i cittadini, il nucleare è considerato un rischio. Il problema più grave, oltre allo smaltimento delle scorie radioattive, è comportato dalla possibilità di incidenti nelle centrali. Sebbene sia chiaro che un esplosione di un impianto francese, situato vicino al confine italiano, causerebbe gli stessi problemi di una centrale sul territorio, nessuno sarebbe felice di avere questo pericolo sotto casa. Anche se negli ultimi anni il progresso tecnologico ha ridotto questo rischio, esso continua a sussistere, come si è potuto vedere con la situazione a Fukushima che certamente influenzerà l’esito dell’abrogazione di queste leggi.

 

LEGITTIMO IMPEDIMENTO

Quesito quattro – Scheda verde chiaro.
Lo scopo del quesito è abrogare una parte della legge nr. 51 del 7 aprile 2010 dal titolo ‘Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza’.
Questo quesito, considerato una legge ad personam a favore del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ci chiama ad abrogare le disposizioni riguardanti il legittimo impedimento che concederebbe, in determinati casi, ai parlamentari di giustificare la propria impossibilità di presenza in Tribunale a causa dello svolgimento delle attività connesse alle funzioni del governo. In questi precisi casi il giudice stesso dovrà disporre un rinvio della causa che non potrà in nessun caso superare i 6 mesi. È fondamentale sapere che questo rinvio non inciderà in alcun modo sui tempi di prescrizione in quanto comporta un congelamento della situazione.

 

REFERENDUM ABROGATIVO O REFERENDUM POLITICO?

Il referendum abrogativo, secondo molte persone, si sta trasformando in un voto sul governo.
Parecchi, infatti, i rappresentati dell’opposizione che spingono per questa “ultima spallata a Berlusconi”. Il Presidente del Consiglio risponde cosi: “Noi non abbiamo dato alcuna indicazione e ci adegueremo alla volontà dei cittadini. Davvero l’esito del referendum non ha nulla a che vedere con la vita del governo”.
A favore della visione dell’opposizione si schiera anche Santoro che ha confezionato un’intera puntata di Annozero per chiamare a raccolta il popolo antiberlusconiano. “Bisogna cambiare il governo del paese a partire dal 12 e 13 giugno, bisogna andare a votare, bisogna andare alle urne”, urla il segretario della Cgil, Susanna Camusso, nel comizio conclusivo a Milano per la Festa della Repubblica annunciando una campagna spietata a sostegno dei “sì” ai referendum.

 

Sebbene votare (o meno) sia un diritto e un dovere di ogni cittadino,  dare un colore al referendum renderà sicuramente più difficile il raggiungimento del quorum, riducendo la partecipazione.

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