Chernobyl – la sofferenza dei bambini 25 anni dopo la tragedia nucleare
08-06-2011
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I bambini malati di tumore di Chernobyl sono sempre con noi. Anno dopo anno. Perché se uno di loro guardisce o purtroppo muore, subito ce n’è pronto un altro che prende il suo posto. Le loro mamme nate negli anni ’80 in molti casi non si sono neppure ammalte a causa delle esposizioni alle radiazioni dopo l’incidente alla Centrale Nuclerare. Ma hanno, senza volerlo, trasmesso ai propri figli una terribile eredità di malattia e sofferenza. I bimbi di Chernobyl spesso non capiscono il perché di tanto dolore, ma sono forti e capaci di inaspettato ottimismo. Vogliono continuare a vivere.
INCIDENTE NUCLEARE. Sono passati esattamente 25 anni da quel terribile 26 aprile 1986 quando alle ore 1:23 è esplosa la Centrale nucleare V.I. Lenin di Černobyl in Ucraina, ora stato indipendente, allora ancora parte integrante dell’URSS. Insieme al recente incidente di Fukushima si è trattato del peggior disastro della storia dell’energia nucleare. Dopo l’esplosione del reattore vaste aree sono state pesantemente contaminate, determinando la necessità di evacuare e di reinsediare in altre zone dell’Ucraina, circa 336.000 persone.
LE VITTIME. Il rapporto ufficiale redatto da agenzie dell’ONU (OMS, UNSCEAR, IAEA e altre) riporta un bilancio di 65 morti accertati con sicurezza e altri 4.000 presunti per tumori e leucemie su un arco di 80 anni. Questo rapporto risulta però fortemente contestato da molte associazioni antinucleariste tra le quali Greenpeace, la quale ad esempio stima fino a 6.000.000 i decessi su scala mondiale, nel corso di 70 anni, (comprendendo tutti i tipi di tumore), riconducibili al disastro nucleare. Altre associazioni ambientaliste come I Verdi del Parlamento Europeo c0nfermano le morti accertate nel numero di 65 come indicato dall’ONU, ma indicano più vicina alla realtà la cifra dei morti direttamente riconducibili all’incidente del 1986 nell’ordine di 30-60.000.
TUMORI INFANTILI. Il tumore alla tiroide è il tipo di neoplasia (riferito alla fascia d’età 0/18 anni) col maggior incremento di casi riscontrati dopo l’incidente nelle aree della Bielorussia, Russia e Ucraina come risulta dai registri oncologici di questi stati. Fino al 2002 sono stati registrati quasi 5000 casi di tumore alla tiroide in questa popolazione, con un incremento anche di 10 volte rispetto al periodo precedente il disastro. La malattia è stata provocata dall’assunzione di iodio-131 nei giorni immediatamente successivi all’incidente. La fascia di popolazione più colpita è stata la più giovane a causa del consumo di latte che conteneva alte concentrazioni di iodio-131. La prima forma di profilassi è stata la somministrazione di iodio non radioattivo ad un gran numero di bambini residenti nelle aree contaminate. Successivamente un’accurata pianificazione della diagnosi precoce ha permesso di curare con un intervento chirurgico il 99% dei casi diagnosticati.
SOSTEGNO UMANITARIO. Molte organizzazioni umanitarie sono presenti nelle zone nelle quali si riscontra il maggior numero di malati. Tra le altre l’Associazione SOLETERRE Onlus che si occupa di sostenere i bambini malati di cancro e le loro famiglie nei reparti di oncologia pediatrica. Ma tutti possiamo fare qualcosa. Perché i bambini di Chernobyl, ci chiedono solo di non essere dimenticati e di poter continuare a sperare.
Paola Totaro
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