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Stando alle ricerche fatte da due studiosi sudafricani William Shakespeare, il più grande drammaturgo inglese, probabilmente faceva uso di marijuana prima di mettersi al lavoro.
I due ricercatori avrebbero trovato delle prove in alcuni sonetti composti da Shakespeare stesso, così che non possano esserci dubbi sulla veridicità della notizia. Infatti le opere dello scrittore inglese (Stratford-upon-Avon, 26 aprile 1564 – Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1616) sarebbero ricche di metafore surreali, sogni, visioni, percezioni soprannaturali. Si tratterebbe di un mondo non completamente ancorato alla realtà, ma quasi onirico.
A quanto pare era al corrente dell’effetto della canapa indiana. Al momento si tratta di semplici congetture ma i due studiosi sono decisi a trovare delle conferme scientifiche per dimostrare le loro teorie. Infatti, avrebbero anche chiesto e ottenuto in prestito alcune delle pipe appartenute a Shakespeare e ritrovate nella sua dimora di Stratford-upon-Avon. Il tutto ora è tra le mani della polizia che spera di riuscire ad accertare cosa fumasse il poeta 400 anni fa.
A sostegno di queste teorie c’è anche il fatto che nel 1600 la marijuana veniva ampiamente utilizzata in Inghilterra. La stessa Elisabetta I aveva varato una legge nel 1563 secondo cui i contadini con più di 60 acri di terreno erano obbligati a coltivare parte di essi con la canapa.
Molti fan di Shakespeare da tutto il mondo si sono arrabbiati per queste affermazioni, anche perché alcuni antropologi vorrebbero far riesumare il corpo del poeta inglese nella speranza di verificare se masticasse cocaina o fumasse marijuana. Inoltre la riesumazione permetterebbe di comprendere al meglio che stile di vita conducesse Shakespeare. Questi studiosi sognano di pubblicare uno studio definitivo sul grande autore entro il 2016, proprio quando ricorreranno i 400 anni dalla sua morte.
Sia che Shakespeare facesse uso di droghe o no, c’è da dire che non è stato il solo a farlo. Moltissimi autori, scrittori, poeti e drammaturghi hanno sempre ceduto al fascino delle droghe per comporre le loro opere. Qualche nome? De Quincey, Coleridge, Poe, Gautier, Nerval, Hugo, Novalis, Bulgakov, Maupassant, Freud, Nietzsche, Bulgakov, Junger, Benn, Benjamin, Cocteau, Artaud, Michaux, Burroughs, Kerouac, Ginsberg, Wilde. Per non parlare dei celeberrimi poeti maledetti: Verlaine, Baudelaire, Rimbaud e Mallarmé.
Francesca Numerati – Il mio blog
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