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Israele – Gilad Shalit, dopo cinque lunghi anni di prigionia, torna a casa

19-10-2011

Israele – Gilad Shalit, dopo cinque lunghi anni di prigionia, torna a casa

Gilad Shalit, 25 anni, è il primo soldato israeliano prigioniero che riesce a tornare a casa vivo in 26 anni. Ha ricevuto un’accoglienza trionfale e il suo viso da bambino è tornato a sorridere, consapevole di una salvezza che fino all’ultimo è rimasta in precario equilibrio. Ora la fioca speranza è diventata realtà ed Israele esulta.

 

LA LIBERAZIONE. Le prime immagini e le prime parole del giovane soldato Gilad Shalit vengono diffuse dalla tv di Stato egiziana. Il ragazzo è pallido, disorientato, molto dimagrito dopo 5 anni di prigionia; eppure i suoi occhi sono vivi ed esprimono tutta la felicità di ritrovarsi di nuovo a casa, in mezzo alla sua gente.
L’assalto dei media lo stordisce, ma Gilad riesce comunque a pronunciare le prime parole commosse, da uomo libero: “Sto bene, Hamas mi ha trattato bene. Ho avuto nostalgia della mia famiglia, ho voglia di uscire, di incontrare gente, di parlare con le persone, di vedere, di fare delle cose. Non stare sempre seduto tutto il giorno e fare le stesse cose, ma ho sempre pensato che alla fine sarebbe arrivato il giorno del rilascio”. Aggiunge anche, comprensibilmente: “vedere tanta gente dopo così tanto tempo…sono nervoso”.
Netanyahu, con visibile orgoglio, si è rivolto a Noam Shalit, il padre di Gilad esclamando: ”Ecco Gilad, le ho riportato suo figlio”.
Le parole liberatorie, però, sono arrivate dopo complesse trattative: infatti il rilascio di Shalit è avvenuto in cambio della liberazione di 1027 detenuti palestinesi, 477 dei quali hanno già raggiunto la Striscia di Gaza, mentre il soldato israeliano è stato prima portato in Egitto, Paese mediatore delle trattative, poi nella base israeliana di Tel Nof, dove lo attendevano la sua famiglia ed il Primo Ministro Netanyahu.
Gli osservatori internazionali hanno visto in questa vicenda dal lieto fine un barlume di speranza per la ripresa delle trattative tra israeliani e palestinesi. In realtà le cose non sono cosi semplici: Netanyahu, per raggiungere il compromesso finale durante i negoziati, ha dovuto schierarsi contro una parte dell’opinione pubblica, che non voleva il rilascio dei palestinesi. Il Primo Ministro, dunque, ha dovuto ribadire che la lotta al terrorismo continua e che se i detenuti rilasciati commetteranno altri reati, non avranno scampo.
Da parte palestinese la risposta non si è fatta attendere: il portavoce di Hamas, Abu Obeida, ha precisato che la resistenza armata continuerà fino a che tutti i prigionieri non saranno liberati.
Un messaggio a tal proposito è stato dato dallo stesso Shalit: “Spero che questo accordo conduca alla pace tra palestinesi e israeliani e rafforzi la cooperazione tra le parti. È felice per il rilascio dei palestinesi ma, aggiunge, “ a condizione che essi tornino alle loro famiglie e abbandonino la lotta armata, il terrorismo”.
Il soldato è stato accolto trionfalmente dalla gente del suo villaggio, Mitzpe Hila, in Alta Galilea, ma ha preferito tornare subito nella sua casa. Il padre ha spiegato la comprensibile voglia di Shalit di essere protetto dai suoi famigliari: “È lieto di essere a casa, per ora gli è difficile esporsi alla folla dopo tanti anni in isolamento. All’inizio la sua prigionia è stata difficile ma poi, con il passare degli anni, le condizioni sono andate migliorando”.
Gilad ora ha solo bisogno di rimettersi in forze, di stare tranquillo e di recuperare il vigore che la prigionia e la mancanza di luce gli hanno tolto. Noam Shalit lo ha spiegato chiaramente: “Gilad sta bene, ma è stanco e soffre dei postumi di lievi ferite da schegge che non sono state curate a dovere durante la prigionia. Ha anche disturbi causati dalla mancata esposizione alla luce del sole”.
Per Gilad è tempo di pensare al futuro, anche se non dimenticherà mai quel che gli è accaduto. Egli stesso, però, vuole riprendere in mano il filo della sua vita, interrotto 5 anni fa: “Ora ricomincio a vivere”.

 

LA PRIGIONIA. Gilad Shalit è un militare dell’Israel Defense Forces. È stato catturato il 25 giugno 2006 Kerem Shalom, località situata vicino alla Striscia di Gaza, da un commando palestinese. La sua cattura, insieme a quella di Ehud Golwasser e Eldad Regev, è stata la causa scatenante del conflitto in Libano e nella Striscia di Gaza, scoppiato nel 2006. L’azione militare israeliana nella Striscia viene ricordata come “Operazione Piogge Estive” ed è stata avviata il 28 giugno 2006.
È la prima mossa di stampo militare decisa da Israele dopo il suo piano di ritiro unilaterale da Gaza, adottato nel giugno 2004 e applicato dall’agosto 2005.
Shalit è stato il secondo soldato israeliano catturato dai palestinesi dopo Nachson Wachsman, fatto prigioniero nel 1994 e morto durante un tentativo di liberazione.

 

 

Francesca Rossi

Filmato su Gilad Shalit

Prima intervista di Gilad Shalit

Gilad torna a casa

Gaza in festa per la liberazione dei detenuti palestinesi

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