Attualità e Cronaca Rosa

Omicidi show – Melania, Sarah e le altre. Il dolore che diventa spettacolo

17-10-2011

Omicidi show – Melania, Sarah e le altre. Il dolore che diventa spettacolo

Melania Rea, Sarah Scazzi, Yara Gambirasio giovani donne fino a qualche tempo fa sconosciute diventate famose nella loro disgrazia.

 

SHOW MEDIATICO. Melania Rea, Sarah Scazzi, Yara Gambirasio: nomi di persone sconosciute che nell’ultimo anno riempiono le pagine dei giornali e rieccheggiano nei vari programmi televisi. Nel circolo mediatico pomeridiano e serale, anche se non mancano le incursioni anche nei programmi mattutini, ormai da un anno non si fa che parlare di loro. Si analizzano le loro vite, le loro abitudini, i loro sogni, si ricostruisce il loro tragico destino con l’aiuto di modellini, tutto è finalizzato alla ricerca dello scoop, della notizia che possa alimentare i talk show (e non solo) dove esperti o presunti tali ed opinionisti si alternano e dibattono per cercare la “verità“. Sedicenti personaggi alla ricerca del loro momento di gloria che cercano di capire, ma soprattutto di far capire, quale sia la soluzione del caso a volte criticando o suggerendo le “mosse giuste” agli investigatori. All’inizio era “Chi l’ha visto” a svolgere un ruolo di “supporto” agli investigatori: diffondendo le immagini degli scompasi (perchè si sa che all’italiano medio è sensibile a vari argomenti) e cercando piste utili, senza mai essere d’intralcio o critando i metodi investigativi. Piano piano, però ci si è accorti che questo non aiuta lo share e che la concorrenza è spietata e sleale, quindi bisogna trovare un escamotage… E quale se non quello di scavare nella vita privata della vittima e della sua famiglia? Oppure di analizzare qualsiasi informazione che possa aiutare la casalinga a catapultarsi nel ruolo di detective-opinionista per un paio d’ore al giorno? Ed è cosi che nel circolo mediatico si è passati dalla semplice informazione allo sciacallaggio: immagini della vittima, i suoi sms, la sua vita quotidiana, i suoi sogni…quasi a voler far diventare la persona uccisa, l’amica del cuore, la vicina di casa, la figlia più piccola; perchè sai, una disgrazia del genere può capitare a tutti.

 

DIFFERENZE. E in tutto questo i familiari che ruolo svolgono? Ci sono due categorie: quelli attivi e quelli passivi. Gli attivi sono quelli disposti a tutto pur di apparire, pur di far parlare di se: il caso Scazzi ne è la prova evidente con tanto di colpo di scena finale. I passivi, invece si limitano a fornire le informazioni utili per risolvere il caso e per far sì che non scemi l’attenzione sul loro caso, ma che comunque vivono il loro dolore in maniera riservata. Il caso di Yara ne è l’esempio: persone discrete e riservate che hanno vissuto il loro dolore nel rispetto della ragazza e nella protezione delle mura domestiche: poche apparizioni, poche dichiarazioni e le poche che ci sono state utili per arrivare all’obiettivo di riavere Yara a casa.

 

QUANDO FERMARSI? A questo punto la domanda sorge spontanea: è giusto spettacolarizzare vicende così tristemente dolore e private? L’informazione quando deve fermarsi? Il fratello di Elisa Claps, il giorno dopo il ritrovamento del corpo della sorella, disse che se i mezzi di comunicazione avessero parlato di più del caso della sorella, sarebbe caduto il velo di omertà e la verità sarebbe venuta a galla prima. I coniugi Gambirasio, invece, chiesero il rispetto per il loro dolore, senza però abbassare la guardia sul caso: cioè cercare la ragazza, ma senza andare alla ricerca di “particolari scabrosi”.

Ci sarà mai fine a questo scempio?… Allo share l’ardua sentenza!

Francesca Pica

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